Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale della Repubblica islamica dell’ Iran
Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale della Repubblica islamica dell’ Iran
Unofficial translation
Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso
Il Supremo Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Repubblica islamica dell’ Iran al fine di proteggere la sicurezza e gli interessi del popolo iraniano e nell’ esercizio dei diritti della Repubblica islamica dell’ Iran secondo gli Art. 26 e 36 del JCPOA , oggi mercoledi 8 maggio 2019 ha disposto la sospensione dell’ adempimento di alcuni punti del JCPOA da parte iraniana. Tale decisione è stata comunicata attraverso una lettera firmata dal Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran e Presidente del Supremo Consiglio per la Sicurezza Nazionale dell’ Iran, Dott. Hassan Rouhani , indirizzata ai Capi dei Paesi membri dell’ Accordo Germania, Gran Bretagna, Cina Russia e Francia.
Oggi trascorre un anno dall’ uscita illegale dall’ Accordo nucleare e dalla violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da parte degli Stati Uniti d’ America; un paese che con totale prepotenza e contrariamente a tutti i principi internazionalmente riconosciuti , ha reimposto sanzioni in maniera unilaterale e illegale . Questo aperto gesto di forza non ha determinato da parte del Consiglio di Sicurezza o di alcuno dei Paesi membri rimasti nell’ Accordo alcuna reazione appropriata e proporzionata.
La Repubblica islamica dell’ Iran nel corso dell’ ultimo anno ha dato prova di temperanza fornendo agli altri Paesi membri del’ Accordo considerevoli opportunità di riparazione agli effetti e alle conseguenze determinate dall’ uscita degli USA dall’ Accordo. In questo periodo la “ Commissione Congiunta del JCPOA” si è riunita due volte a livello di Vice Ministri e due volte a livello di Ministri degli esteri; in queste occasioni i Paesi membri rimasti nell’ Accordo hanno chiaramente riconosciuto che l’ eliminazione delle sanzioni e il godimento degli interessi economici derivanti da parte dell’ Iran costituiscono parte vitale dell’ Accordo . Questi Paesi al fine di realizzare tale intento si sono impegnati a ricercare “ soluzioni concrete” volte alla normalizzazione e finanche all’ ampliamento delle collaborazioni economiche con l’ Iran.
Sfortunatamente la buona determinazione e l’ intelligente temperanza del popolo iraniano sono rimaste senza risposta e oltre a proclami politici , non sono state prospettate concrete soluzioni riparatorie alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti . Alla Repubblica islamica dell’ Iran quindi per salvaguardare i propri diritti e ripristinare l’equilibrio nelle richieste delle parti nell’ Accordo, non rimane che la scelta della “ riduzione degli impegni”.
Pertanto si comunica che la Repubblica Islamica dell’ Iran per il momento non si ritiene impegnata a rispettare i limiti quantitativi di stoccaggio di uranio arricchito e acqua pesante stabiliti dall’ Accordo . I Paesi che rimangono parte dell’ Accordo hanno 60 giorni di tempo per onorare concretamente gli impegni presi in ambito JCPOA, soprattutto nei settori bancario e petrolifero. Qualora in questo lasso di tempo questi Paesi non fossero in grado di assicurare le richieste iraniane, la Repubblica islamica dell’ Iran in un successivo momento verrà meno ai propri impegni relativi al livello di arricchimento dell’uranio e all’ammodernamento del reattore ad acqua pesante dell’impianto di Arak.In qualsiasi momento le nostre richieste verranno soddisfatte, proporzionalmente verranno nuovamente onorati gli impegni presi in ambito JCPOA; tuttavia in caso contrario , la Repubblica islamica dell’ Iran , gradualmente verrà meno ad ulteriori impegni .
La Repubblica islamica dell’ Iran è disponibile a continuare le consultazioni con i Paesi rimasti parte dell’ Accordo ad ogni livello, tuttavia dinnnzi ad ogni azione irresponsabile quale un deferimento al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o l’ imposizione di maggiori sanzioni, mostrerà una reazione decisa e rapida. Il Presidente della Repubblica islamica dell’ Iran nella sua lettera ai Capi degli Stati membri dell’ Accordo ha ricordato con chiarezza il tipo di reazione della R.I.dell’ Iran.
Ora la Repubblica islamica dell’ Iran ha chiarito per i Paesi membri dell’ Accordo e per la comunità internazionale le proprie aspettative. Con buona volontà ha partecipato al tavolo delle negoziazioni sul nucleare, con buona volontà si è presa un impegno, con buona determinazione lo ha mantenuto, e dopo l’ uscita degli USA dall’ Accordo con buona volontà ha dato sufficiente tempo ai paesi rimasti nell’ Accordo ; ora questi Paesi debbono a loro volta dare prova di buona volontà e determinazione compiendo passi concreti e reali per salvare l’ Accordo.
La via che ora si pone innanzi alla Diplomazia non sarà una via percorribile a lungo e la responsabilità del collasso del JCPOA e di qualsivoglia eventuale sua conseguenza è totalmente da attribuirsi agli Stati Uniti e ai Paesi rimasti nell’ Accordo.
Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale della Repubblica islamica dell’ Iran